Utilizzare l’acqua piovana, raccogliendola e drenandola, rappresenta un ottimo alleato per l’ambiente (meno sprechi) e per il portafoglio. Secondo le stime più aggiornate, a livello globale almeno il 47% dell’acqua potabile immessa nelle reti idriche va sprecata a causa di perdite a carico del sistema di distribuzione. E’ possibile iniziare ad usare in maniera più consapevole l’acqua, ad esempio utilizzando di meno quella proveniente dagli acquedotti comunali, sostituendola con quella piovana. Acqua oltretutto priva di calcare e cloro, capace quindi di diminuire le esigenze di manutenzione degli elettrodomestici per cui viene utilizzata.
Un sistema di recupero prevede la raccolta delle acque piovane provenienti da superfici impermeabili non soggette alla presenza di persone, tipicamente i tetti delle abitazioni. L’impianto per ottimizzare il recupero dell’acqua piovana è composto sostanzialmente da due sottosistemi: quello di accumulo e quello di riutilizzo vero e proprio. Mentre il primo possiede le caratteristiche di un comune impianto di scarico – sia per tipologia dei materiali sia per posa in opera – il secondo è a tutti gli effetti un impianto idraulico che serve a prelevare l’acqua stoccata nei serbatoi e a distribuirla agli apparecchi che la riutilizzano. Il serbatoio può essere posto all’interno o all’esterno oppure interrato. In ogni caso si deve trattare di un ambiente schermato, buio, ossigenato e il più possibile fresco: l’ossigeno infatti favorisce la proliferazione di batteri che decompongono la sedimentazione sul fondo del serbatoio e mantenengono l’acqua più pura, mentre l’assenza di luce ostacola la formazione di alghe.
A seconda poi dell’uso finale, il sistema sarà dotato di una semplice pompa per l’irrigazione di orti e giardini, o una centralina di commutazione per il reintegro dell’acqua raccolta nella rete di distribuzione dell’edificio. I punti finali di prelievo e gli apparecchi che utilizzano tale acqua devono quindi essere allacciati ad un “doppio impianto” – quello idrico normale e quello di riciclaggio – che permetta il prelievo differenziato in relazione alla disponibilità delle riserve. In commercio è possibile trovare dispositivi di stoccaggio di dimensioni molto diverse, dai 150 ai 20mila litri. Il costo di un impianto completo (cisterna+tubo+filtro) dovrebbe girare intorno agli 800 euro.
Un’alternativa molto semplice e “fai-da-te” di raccogliere l’acqua piovana per irrigare orti e giardini, è quella di inserire nel pluviale discendente, a circa 1,5 metri da terra, un travasatore per deviare l’acqua in bidoni di plastica.
Per approfondimenti
“Recuperare l’acqua piovana per il giardino e la casa” – Si tratta di uno dei primi manuali in Italia a descrivere in modo semplice e dettagliato esperienze di recupero dell’acqua piovana molto diffuse in Germania e in altri paesi europei. Nei primi capitoli il libro spiega come funziona un impianto, dove può essere installato, i materiali, i costi e i benefici rispetto al consumo idrico. I capitoli successivi illustrano come costruire un impianto e quale manutenzione è necessaria. Numerose illustrazioni e grafici rendono il volume accessibile e comprensibile.
Recuperare l’acqua piovana per il giardino e la casa
Editore: Aam Terra Nuova Edizioni
Data pubblicazione: Novembre 2012
Formato: Libro – Pag 130 – 19×23,5
Fonte: yeslife.it, formazione.ilcambiamento.it