di Arturo Bertoldi
Per chi ama sapere sempre cosa c’è dietro, per chi vuole fare attenzione ai dettagli e per chi semplicemente vuole saperne di più. Molto spesso ci ritroviamo all’interno delle nostre case a gestire i rifiuti in maniera inconsapevole, quando basterebbe un minimo di accortezza per ridurre ingombri e sprechi. Spesso insieme alla differenziata finiscono prodotti non riciclabili causando problemi nel riciclaggio e ulteriori sprechi di energia e tempo e benessere dell’ambiente. Riciclare e conoscere il ciclo dei prodotti che consumiamo ci aiuta a sentirci più participi di ciò che accade intorno a noi, parte attiva e integrante di un cambiamento fatto di pratiche buone e semplici. Quello che segue è un elenco dei rifiuti che quotidianamente produciamo arricchito da alcune curiosità su come riciclare quello che gettiamo via.
ACCENDINO
Il fumo fa male e gli accendini non si riciclano.
ACQUA DEI CONDIZIONATORI E DELLE ASCIUGATRICI
Recuperate l’acqua di condensa del condizionatore. E’ acqua distillata che può essere utilizzata nel ferro a vapore. Per quanto riguarda, invece, quella dell’asciugatrice date un’occhiata alle istruzioni del vostro ferro da stiro prima di riutilizzarla: alcune marche lo sconsigliano. Anche questi sono riciclaggi che fanno bene all’ambiente.
AEREOPLANO
Come molte cose che ci girano intorno, anche un aereoplano è una miniera di materiale riciclabile (il 63% è alluminio). Peccato che le operazioni necesarie siano lunghe e complesse. Occorre effettuare una bonifica, che comporta una perfetta conoscenza del singolo modello, ed adottare parecchie cautele per prevenire la dispersione di fluidi inquinanti. Sono in corso parecchie sperimentazioni e progetti ad hoc (l’ultimo di cui ha parlato l’editoria specializzata è il Progetto Pamela in cui partecipa anche la società Airbus). Ogni anno vengono dismessi circa 200 aerei.
ALBERI DI NATALE
Passato il Natale non facciamo diventare anche l’albero un problema. Potete portarlo alla Stazione Ecologica o ripiantarlo. Da alcuni anni, i rivenditori più sensibili hanno attivato un servizio di “ritiro” dopo l’utilizzo. Rimanendo sull’argomento “Natale” ricordiamo che il rito dei cenoni natalizi e degli incontri conviviali per le festività ha riflessi diretti sui cassonetti italiani dove saranno gettati, secondo stime del Consorzio Nazionale per il riciclo degli imballaggi in acciaio (Cna), 100 milioni di scatole di pandoro e panettone, 150 milioni di bottiglie di vino e spumante, 13.000 tonnellate di carta da regalo, 30 milioni di confezioni di lenticchie e 12.200 tonnellate di scatolette. E’ materiale riciclabile. Facciamo un regalo all’ambiente.
APPENDIABITI ( GRUCCE )
L’uso sempre più frequente delle lavanderie ha fatto sì che le nostre case siano invase da sottili attaccapanni di metallo, un rifiuto assolutamente sconosciuto fino a qualche anno fa. Oltre al riutilizzo casalingo, l’attaccapanni può essere riconsegnato a molte lavanderie di provenienza o consegnato alle stazioni ecologiche nel cassone dei metalli. Gli appendiabiti di plastica non si riciclano e non vanno gettati nel contenitore della plastica.
ASSORBENTE IGIENICO
Fra i rifiuti moderni è, con i pannolini per neonati o quelli per i più grandi, uno dei più diffusi. Se è vero che una donna nella propria vita ne consuma dai dodici ai tredicimila è molto semplice calcolarne l’impatto sull’ambiente. In Europa occidentale ogni giorno se ne producono 24 miliardi per circa 90 milioni di donne: l´equivalente di un grattacielo alto 200 metri e con una base grande come un campo da calcio. Attenzione: non è un rifiuto riciclabile, anzi. Va gettato, perciò, nei normali sacchetti della spazzatura e non, come molti ancora purtroppo fanno, nel water. Esistono, però, delle possibili soluzioni. Potete reperire sul web o nei negozi specializzati assorbenti ecologici sia usa e getta che lavabili per i vari momenti del ciclo mestruale.
BARATTOLI
Lunga vita al vecchio barattolo che proprio quest’anno compie 200 anni e che continua ad essere molto amato e non solo da Braccio di Ferro (nel mondo ogni anno se ne producono 80 miliardi tra barattoli e scatolette)! Il barattolo dei fagioli e la scatoletta del tonno o del cibo per il gatto sono tutti riciclabili. Basta gettarli, dopo una risciacquata, nella apposita campana. Riciclare un barattolo significa riciclare acciaio, stagno e alluminio e risparmiare dal 60 al 75% dell’ energia usata per produrlo da materie prime. Con l’acciaio riciclato da 2.600.000 scatolette da 50 grammi si può realizzare 1 km. di binario ferroviario, con 13 barattoli di pelati poi, si fabbrica una pentola nuova, con 19.000 un automobile e con 7 scatolette di tonno un vassoio (dati Conai). Nel nostro Paese è il Consorzio Nazionale Acciaio ad occuparsi del riciclaggio con risultati più che confortanti. Un salto nel sito www.mondodilatta.it o nel sito www.consorzio-acciaio.org può fornirvi molte altre informazioni. Da segnale anche l’impegno dei produttori a ridurre la materia prima nella realizzazione dell’imballaggio. Per il barattolo “da mezzo chilo” si è passati da uno spessore di 0,18 mm a 0,14 mm. Negli ultimi 8 anni, sono state recuperate oltre 2.000.000 tonnellate di acciaio; l’equivalente in peso di 200 Tour Eiffel !
BASTONCINI IGIENICI PER LE ORECCHIE
Produrre bastoncini in plastica è vietato dalla legge 93/2001 che vuole evitare la dispersione nell’ambiente di prodotti non biodegradabili. In passato la cattiva abitudine di gettarli nel water aveva creato non pochi problemi agli impianti di depurazione (ne sanno qualcosa le griglie dei nostri depuratori) o direttamente alle spiagge. I bastoncini, comodissimi e utilizzatissimi, potranno essere soltanto in legno o in materiale biodegradabile. Per chi si trova in casa i vecchi modelli in plastica il consiglio è sempre lo stesso: gettateli nel cestino.
BATTERIE AUTO
Come dicevano gli ambientalisti americani “La batteria? E’ lunga 33 cm., sta in un auto e contiene circa 10 kg. di veleno”. Perciò, attenzione, è un rifiuto nocivo. Contiene piombo tossico e acido solforico e la struttura in plastica non è biodegradabile, ma molto resistente. Non va, perciò, mai abbandonata nell’ambiente nè gettata nel normale cassonetto, ma consegnata al rivenditore, in caso di acquisto di una batteria nuova, o alla stazione ecologica. E’ possibile anche visitando il sito del Cobat o telefonando al numero verde 800869120 per avere informazioni sul più vicino punto di raccolta. La tua batteria verrà in questo modo avviata al riciclaggio, trasformandosi da pericolo in tesoro. Il piombo recuperato ( si riesce a coprire in questo modo oltre il 40% del fabbisogno nazionale) viene riutilizzato (per produrre un chilogrammo di piombo, lavorando quello delle batterie, occorre poco più di un terzo dell’energia necessaria a lavorare quello estratto ) per produrre nuove batterie, nel rivestimento dei cavi elettrici, nell’industria ceramica, nell’edilizia, nelle apparecchiature radiologiche e per produrre pallini da caccia. La specifica mission del COBAT è ben rappresentata dai numeri dei suoi risultati economici: nel 2005 il Consorzio ha recuperato oltre 200 mila tonnellate di batterie al piombo esauste (corrispondenti ad oltre 16,6 milioni di singole batterie, circa 113mila tonnellate di piombo, quasi 10mila tonnellate di plastiche nobili e neutralizzati 33 milioni di litri di acido solforico neutralizzati ) e con il piombo recuperato sono stati risparmiati 90 milioni di euro sulle importazioni di tale metallo. Superando quota 200mila tonnellate, con una percentuale sull’immesso al consumo prossima al 100%, il nostro Paese ha ottenuto un risultato che ci allinea ai Paesi europei di alta tradizione ambientale come Svezia, Norvegia e Danimarca. Per ulteriori informazioni www.cobat.it
BICCHIERI DI PLASTICA
Come le altre stoviglie (forchette, piatti, coltelli ecc.) non si riciclano. BIGLIETTI FERROVIARI o DELL’AUTOBUS In Giappone accade anche questo. Visto il grande numero di utilizzatori dei mezzi pubblici, in molte città giapponesi sono state messe in piedi pratiche per la raccolta differenziata anche dei biglietti. A Tokio la East Japan raccoglie i biglietti e li trasforma in rotoli di carta igienica. Sempre nella capitale la società che gestisce la metropolitana incenerisce i biglietti raccolti ed utilizza la cenere, mista al cemento, per la costruzione di passaggi pedonali. Ad Osaka, invece, la compagnia privata che gestisce la ferrovia li raccoglie e li trasforma in biglietti da visita e materiale per la cancelleria. Per noi, più semplicemente, il cassonetto blu.
BIRO\PENNARELLI
Solo la Bic vende ogni giorno in 160 paesi 22 milioni di “prodotti da scrittura”. Comodi, ma “usa e getta”.
BOMBOLETTA
Può essere riciclata con le lattine. Unica eccezione se riporta uno dei simboli che segnalano i rifiuti pericolosi (vedi prodotti chimici domestici), in questo caso non va gettata neppure nel cassonetto, ma consegnata nelle stazioni ecologiche. Un consiglio: nell’acquisto privilegiate gli spray che non contengono CFC.
BORSINE
Riutilizzare il più possibile le borsine di plastica è una buona abitudine per diminuirne il consumo. Buona abitudine è anche quella di usarle per raccogliere i rifiuti per poi gettarle chiuse nel cassonetto. Le borse rotte possono essere invece gettate nel cassonetto della plastica. In Italia si stima che vengano prodotte ogni anno circa 300mila tonnellate di shopper di plastica, pari a 430mila tonnellate di petrolio, con un’ emissione di CO2 in atmosfera di circa 200mila tonnellate. In attesa possono già essere sostituite con borse non “usa e getta” di cotone o iuta. Più drastica la Francia che ha messo fuori legge le borsine di plastica. Parigi le vieterà dal 1 gennaio 2007, mentre il resto del Paese dal 2010. Incredibile, ma gli unici che le preferirono ai sacchi di carta furono i talebani afghani che vietarono l’utilizzo dei contenitori più ecologici.
BOTTIGLIE
Si riciclano sia quelle di vetro che quelle di plastica. Una sciacquata può aiutare ad eliminare cattivi odori, mentre pressare quelle di plastica permette di raccogliere più bottiglie.
BRIK
I brik (mattone) sono i famosi contenitori per il latte, i succhi di frutta, le passate di pomodoro, l’olio alimentare, le zuppe, le verdure e le ricariche per i detergenti o gli ammorbidenti che accompagnano la nostra vita dalla metà degli anni ’60 (allora aveva la celebre forma a tetraedro, ricordate?). In Italia ogni anno ne vengono diffusi 9,5 miliardi, mentre nel mondo Tetra Pak ha prodotto oltre 110 miliardi di imballaggi, l’equivalente di 303 milioni di imballaggi al giorno (dato 2005). Sono molto comodi, ma soprattutto riciclabili insieme alla carta nei tradizionali cassonetti blu. Questo è possibile nei comuni reggiani il cui servizio è gestito da Enìa grazie ad un accordo pilota tra l’Azienda e Comieco con la collaborazione di Tetra Pak, il principale produttore mondiale di questo imballaggio. I cartoni per bevande, infatti, sono imballaggi poliaccoppiati, cioè costituiti per la quasi totalità da cartoncino rivestito di una lamina in polietilene che ha il compito di confezionare ermeticamente il prodotto e di proteggerlo e conservarlo dai batteri e dall’umidità. I cartoni per prodotti a lunga conservazione (ad esempio il latte UHT, panna e succhi di frutta) contengono anche un sottile strato di alluminio (tanto sottile da essere pari ad un quinto di un capello umano), per conservare il contenuto per lunghi periodi. Sono tutti, cioè, materiali riciclabili al 100% e recuperabili. Oggi quel “tesoro” di materiali nobili può essere inviato alla raccolta differenziata dal cittadino con estrema facilità. Punto di partenza del riciclo dei contenitori sono i cassonetti e i contenitori blu per la raccolta differenziata di carta, cartoni e cartoncino diffusi collocati sul territorio reggiano a cui si aggiungono le stazioni ecologiche attrezzate dei comuni serviti da Enìa. Per i cittadini il consiglio è di sfruttare per la raccolta nel proprio domicilio l’estrema praticità dei contenitori che permettono con facilità di essere sciacquati e pressati, per stoccarli insieme alla carta ed ai cartoni e metterli poi nei cassonetti e nei bidoni. Il materiale raccolto da Enìa viene inviato al riciclo alle Cartiere SACI di Verona, garantito da COMIECO. In cartiera i cartoni vengono triturati, mescolati con acqua e agitati con lo scopo di separare le fibre cellulosiche e disperderle in acqua. La lavorazione avviene senza l’uso di additivi, cloro o soda. L’impasto ottenuto viene prima filtrato, per trattenere polietilene ed alluminio, e poi immesso nel processo di produzione di prodotti in carta riciclata. Dai cartoni per bevande nasce, infatti, la Cartalatte (bianca dai cartoni di latte fresco) e la Cartafrutta (color avana dai cartoni per la lunga conservazione). Il residuo di polietilene ed alluminio si trasforma, invece, in Ecoallene con cui vengono prodotti vasi, fioriere, recinzioni, sedute per esterni e chiusini.
CALCINACCI
Sembra impossibile, ma c’è ancora qualcuno che ha la fantasia di riempire un cassonetto con i resti della demolizione di un fabbricato. Niente di più sbagliato. Si finisce, infatti, ad occupare lo spazio destinato ai rifiuti domestici. I calcinacci, poi, possono essere recuperati e riutilizzati. Informatevi da Enìa su come comportarsi.
CANI
Non intendiamo parlare degli amati quadrupedi, ma dei loro “prodotti”. Lasciarli in giro è una cattivissima abitudine che costringe a veri e propri slalom in molti parchi e marciapiedi. Anche in questo caso una minima attenzione e un po’ di educazione faranno felice il vostro cane e chi passerà di lì dopo di voi. In molti comuni l’Amministrazione ed Enìa hanno dotato i parchi di appositi distributori di palette e di appositi raccoglitori. Date un’occhiata in giro.
CARTA
Facciamo una prova. Per un mese raccogliamo tutta la carta che utilizziamo e che normalmente buttiamo nella pattumiera. Tutta, proprio tutta. Giornali, scatole di biscotti, quaderni (senza le spirali in plastica o metallo), contenitori per le uova, anche gli scatoloni (possibilmente senza il nastro adesivo) che prendiamo al supermarket per portare a casa la spesa. Unica eccezione i casi in cui la carta è accoppiata ad un altro materiale (la carta carbone, autocopiante, vetrata, plastificata, oleata del salumiere ecc.), ma ricordiamoci che nei cassonetti reggiani di Enìa i brik sono riciclabili. Dopo un mese vedremo ridursi notevolmente il numero di viaggi che solitamente facevamo verso il cassonetto del “rusco” e ci renderemo conto di quanto ben di dio abbiamo fino ad ora sprecato e quanti viaggi in più abbiamo fatto inutilmente. La carta rappresenta, infatti, una bella fetta dei nostri rifiuti (si è calcolato che ognuno di noi consuma ogni anno 46 chili di carta da giornale, 46 chili di carta per lavoro e a casa, 4 chili di carta da imballo). Possiamo, perciò, ridurre notevolmente i nostri viaggi. Tanto vale, allora, replicare l’esperienza tutto l’anno. Pensate che basterebbe che ciascuno, ogni mese, conferisse solamente 3 scatole di pasta, 2 sacchetti di carta, 1 portauova, 1 quotidiano e 1 rivista in più per aumentare di 1 Kg la raccolta procapite. Perché riciclare carte e cartone? Bastano alcuni numeri per chiarirne l’importanza. Per produrre una tonnellata di carta da cellulosa vergine occorrono: 15 alberi, 440.000 litri d’acqua e 7.600 kWh di energia elettrica. Per una tonnellata di carta riciclata: zero alberi, 1.800 litri d’acqua e 2.700 kWh di energia elettrica. E ricordate: non gettate nel cassonetto insieme alla carta raccolta la borsina di plastica che avete utilizzato per trasportarla, nè gettate la rivista con il cellophane. La seconda vita della carta e dei cartoni sta avendo, poi, interessanti sviluppi. Intanto il 92% dei cartoni in commercio è prodotto con materiale riciclato, come quasi il 90% dei quotidiani italiani e molti libri, mobili, complementi di arredamento e addirittura matite. Il riutilizzo più tradizionale ci ricorda che con 7 scatole di biscotti si fa un quotidiano e con 4 confezioni di pasta un quaderno. Il 90% delle scatole da scarpe viene ormai realizzato con carta riciclata. Nel 2005 2,26 milioni di tonnellate di imballaggi cellulosici sono stati avviati al riciclo in Italia; in pratica ogni italiano ha raccolto 39,8 Kg di carta e cartoncino con un incremento del 7,2% rispetto al 2004 (+126% rispetto a 8 anni fa). In Europa siamo secondi solo alla Germania. Lo smaltimento di carta e cartone dal 1998 al 2005 equivale alla portata di 100 discariche che, grazie al riciclo, si sono potute evitare. Una buona notizia è che dal 2004 l’Italia è diventata una esportatrice di carta da macero con un saldo netto positivo di oltre 100.000 tonnellate. Un altro dato che può fare riflettere è che le oltre 2 milioni di tonnellate di carta e cartone raccolte in Italia hanno evitato la produzione di gas serra pari a un blocco nazionale del traffico di una settimana. La raccolta differenziata di carta e cartone rappresenta non solo un gesto civico, ma anche un’opportunità per ogni cittadino di influire, con un minimo sforzo, sui livelli di CO2 nell’aria. Il Consorzio di riciclaggio della carta è il COMIECO (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica) www.comieco.org E le confezioni di cartone che contengono una finestrella di plastica trasparente per rendere visibile il contenuto? Dove le buttiamo? Il Comieco assicura che la pellicola fa parte della impurità “fisiologiche” che non pregiudicano il meccanismo di recupero. Cosa non gettare insieme a carta e cartone? Non vanno nella raccolta differenziata tutti i materiali non cellulosici, i contenitori di prodotti pericolosi, carte sintetiche, ogni tipo di carta, cartone e cartoncino che sia stato sporcato (ad esempio carta oleata, carta e cartone unti e fazzoletti di carta usati).
CARTA (Rotoli di)
Strap! e il vecchio strofinaccio è ormai un ricordo. Peccato che il rotolone di carta che usiamo in cucina sia uno dei tanti simboli di un “mondo usa e getta”. Forse, allora, è meglio ripensare un po’ ai vecchi strofinacci della nonna o alle spugnette (che spesso vengono prodotte con plastica riciclata). Oppure preferire prodotti con il marchio Ecolabel o in carta riciclata. La carta da cucina, però, può essere recuperata trasformandola in compost. Gettatela, quindi, nel cassonetto marrone o nella vostra compostiera. Non può esssere invece riciclata con l’altra carta e cartone.
CARTONI PER LA PIZZA
In Italia se ne consumano 1.300.000 ogni giorno (dato Il Salvagente). Non gettateli nel contenitore della carta quando sono sporchi.
CARTUCCE STAMPANTI
Lo dicono tutti : “viviamo nell’era del computer” e noi aggiungiamo che ” viviamo anche nell’era dei rifiuti da computer”. Uno di questi è la cartuccia di inchiostro. Solo per la provincia reggiana si parla di 225 tonnellate/anno di materiali derivanti dalla stampa elettronica (cartucce per stampanti laser, contenitori toner per fotocopiatrici, cartucce per stampanti, fax e calcolatrici a getto di inchiostro, cartucce nastro per stampanti ad aghi). Nei comuni reggiani serviti da Enìa è possibile avviare al riutilizzo tali materiali portando i propri rifiuti nelle stazioni ecologiche e gettarli nel apposito ECOBOX verde. E’ un servizio gratuito che le aziende possono richiedere a domicilio telefonando al numero verde 800-904017. Il servizio è gestito da Eco Recuperi (www.ecorecuperi.it). I “consumabili esausti da sistemi di stampa elettronica”, cioè le cartucce esauste per tutti i tipi di stampanti elettroniche sono, infatti, rifiuti che possono essere recuperati. Vi sono, infatti, componenti della cartuccia, come il tamburo fotosensibile, le lame di pulizia, i feltri, le molle, gli ingranaggi che rimangono funzionanti anche dopo la fine dell’inchiostro e pertanto le cartucce possono essere ricostituite con un risparmio di almeno il 40% ed un grande beneficio per l’ambiente. La cartuccia esausta può essere rigenerata, cioè accuratamente pulita (evitando la dispersione di sostanze tossiche) riempita nuovamente e quindi riutilizzata. Non si tratta, cioè, di un prodotto monouso, come molti, invece, pensano. Da segnalare a livello mondiale la Hewlett Packard che nel 2005 ha riciclato materiali hardware e cartucce di stampa per circa 63,5 milioni di chilogrammi. Tale cifra rappresenta un aumento del 17% rispetto al 2004. Il programma di riciclo HP è attivo in oltre 36 Paesi.
CELLULARI
In Italia i telefoni cellulari hanno ormai superato i telefoni fissi. Dispersi nell’ambiente sono altamente inquinanti. Meglio, perciò, restituirli alle aziende produttrici che ne possono curare il recupero e lo smaltimento. Per il futuro si stanno pensando prodotti in materiale biodegradabile.
CENERI
Le ceneri di stufe, caminetti e barbecue possono essere raccolte tra i rifiuti organici, oppure possono essere utilizzate direttamente, insieme ad altri fertilizzanti, per migliorare le proprietà del terreno, sia in vasi/fioriere, sia nel terreno. Se, invece, le gettate, dopo averle chiuse in un sacchetto, dentro un cassonetto dei rifiuti assicuratevi che le ceneri siano spente.
CERAMICA
Il piatto rotto non si ricicla, ma soprattutto non si getta nel contenitore verde insieme al vetro. E’ una vecchia e cattiva abitudine che vale la pena di cambiare. La ceramica ha infatti un punto di fusione superiore a quello del vetro e resta non fusa all’interno della miscela vetrificabile. Basta una infinitesima quantità di ceramica per rovinare un’intera partita di vetro riciclato.
CIALDA IN PLASTICA PER IL CAFFE’
Una delle ultime arrivate tra i rifiuti non riciclabili. Va gettata nell’indifferenziato. E’ utile ricordare che l’espresso “vecchio stile” è forse più scomodo, ma viene prodotto con uno strumento nato dal riciclaggio (tutte le caffettiere sono in alluminio riciclato) e produce scarti tutti riciclabili (i fondi possono essere raccolti tra i rifiuti organici)
CIBO (RESTI DI)
Se ne è parlato molto sui giornali della presenza tra i rifiuti dei Paesi Occidentali di cibo parzialmente utilizzato(un classico sono i resti del pane). Molti osservatori lo indicano come un segnale di un cambiamento profondo nella cultura di un popolo. E’ certamente uno spreco nello spreco che può essere evitato. Per il cibo ancora confezionato e non scaduto è sempre possibile mettersi in contatto con le organizzazioni benefiche che si occupano delle gestioni di mense o di aiuti a persone in difficoltà. Per i resti (soprattutto il pane) basta contattare le organizzazioni che gestiscono case-rifugio per gli animali o destinarlo agli uccellini. Perchè non iniziate un’esperienza di bird-watching sul vostro terrazzo? I resti del pasto possono essere anche avviati al compostaggio nel cassonetto marrone o nella propria compostiera.
COMPUTER
I dati sono impressionanti: un computer ben smontato può fornire oltre mille componenti, soltanto il tubo catodico di un vecchio monitor contiene fino a 4 chili di piombo. Si tratta di una vera miniera d’oro sia per quanto riguarda il riciclaggio, sia per quanto riguarda il recupero. Per questo molte case produttrici hanno avviato studi per il riciclaggio dei computer usati ( alcune parti vengono sottoposte a un processo di certificazione e collaudo e poi utilizzate come ricambi, senza contare la presenza di metalli pregiati come oro, argento e palladio) e per l’utilizzo di materiali riciclati nella costruzione degli apparecchi nuovi ( la plastica viene spesso riutilizzata per le tastiere); altre hanno attivato veri e propri “servizi di recupero” e di “usato sicuro”. Per quanto ci riguarda, oltre ad invitarvi a differenziare tutto il ben di dio che costituisce l’imballaggio del vostro computer nuovo, se non è possibile consegnare il vecchio all’atto dell’acquisto del pc nuovo o immetterlo nel mercato dell’usato (curiosando in internet è possibile trovare molti siti di appassionati di “antiquariato” telematico) non gettatelo nel cassonetto, ma portatelo presso le stazioni ecologiche. Un’altra idea potrebbe essere quella di regalarlo a chi ne ha bisogno ( scuole, associazioni di volontariato ecc.).
CONTENITORI PER LE UOVA
Dopo la frittata date un occhio al retro del contenitore. Quelli di carta si riciclano nel contenitore della carta, quelli di plastica in quello per la plastica.
COPERCHIO DELLO YOGURT
Una lavata e via….insieme all’alluminio
CRISTALLI ASSORBIUMIDITA’
Segnaliamo questo particolare prodotto, perchè alcune marche indicano già sulla confezione possibili riutilizzi del liquido scaturito dai cristalli e raccolto nelle apposite vaschette. Un invito al “riciclaggio creativo” che ci farebbe piacere leggere anche su altre confezioni di prodotti più diffusi. Ad esempio Air Max ricorda al consumatore che “il liquido raccolto (o soluzione acquosa) può essere utilizzato come diserbante, per sciogliere la neve o il ghiaccio dai viottoli o dalle scale”.
COPERCHI DEI BARATTOLI
Le chiusure metalliche per i vasetti di vetro (confetture, marmellate, miele ecc.) devono essere gettati insieme ai barattoli. A Reggio Emilia nella multimaterile vetro-lattine-barattoli.
DISCHI
L’ ellepi non si dimentica e non si ricicla. Spezzatelo ( tiene meno posto..) e gettatelo nella pattumiera oppure divertitevi in una delle tante convention di appassionati..
ELETTRODOMESTICI
C’è qualcosa di più fastidioso di una vecchia lavatrice arrugginita abbandonata in un campo? Crediamo di no. Eppure sono ancora tanti i cittadini che si comportano così dopo aver acquistato un nuovo elettrodomestico, dimenticando anche che alcuni elettrodomestici contengono sostanze pericolose (una sola molecola di CFC contenuta in un vecchio frigorifero può distruggere 100.000 molecole di ozono). Come per i computer, anche per i piccoli e grandi elettrodomestici la strada da seguire è quella della stazione ecologica o della telefonata in Enìa per richiederne il servizio di raccolta a domicilio. Verremo noi a ritiralo gratuitamente. Sicuramente non è utile a nessuno abbandonarlo fuori dal cassonetto (è un classico per i boiler), nè tantomeno gettarlo dentro. E’, invece, utile, donarlo se ancora funzionante. Nella scelta del modello, poi, sarebbe bene dare un’ occhiata alle caratteristiche “ecologiche” del prodotto. Con quelli di classe A puoi risparmiare sino al 10% dei consumi abituali.
ERBA TAGLIATA
Se amate i giardini e il giardinaggio la fine migliore per l’erba tagliata è quella del compost (vedi). In questo modo non si interrompe il ciclo naturale e si crea un economico concime. Se abitate in una zona servita dal Giro Verde o dalla raccolta dei rifiuti organici potete utilizzare, invece, questi servizi. Gettare l’erba nel cassonetto è, infatti, una fatica inutile ed un uso improprio che ha il difetto di riempire velocemente il contenitore, togliendo spazio per i sacchi dell’ immondizia. Per grandi servitevi della stazione ecologica. L’erba del vostro giardino, anche in questo caso, diventerà concime da impiegare in agricoltura e sarà a vostra disposizione gratuitamente nella stessa stazione ecologica. Nel cassonetto non va gettato nemmeno l’albero di Natale. E’ una cattiva abitudine che accompagna da qualche tempo le Festività Natalizie. Ripiantatelo o portatelo alla staione ecologica.
FAZZOLETTI DI CARTA
Ci seguono dal 1907, grazie ad un’idea dello statunitense Scott. Nel 1921 la Kymberly-Clark (quella del marchio Kleenex) creò la confezione tascabile che tutti usiamo ancora oggi. Comodissimi, ma indiscutibilmente simbolo della filosofia “usa e getta” non devono essere gettati nel contenitore della carta, ma possono, però, essere riciclati nella compostiera. Le alternative sono i tradizionali fazzoletti di stoffa. Esistono sul mercato anche fazzolettini prodotti con materiale frutto del riciclaggio.
FITOFARMACI
Il Consorzio Fitosanitario Obbligatorio e Enìa Reggio Emilia hanno da alcuni anni istituito un servizio di raccolta dei contenitori vuoti e bonificati di fitofarmaci. Gli agricoltori possono usufruire di appositi cassonetti dove gettare i sacchi contenenti i contenitori bonificati e schiacciati. Per altre informazioni potete telefonare al Consorzio ( tel. 0522430358 )
FUSTINI DETERSIVI
L’uso delle ricariche ha parzialmente ridotto l’utilizzo dei fustini e dei contenitori per detersivi. Alcune case produttrici hanno anche messo in commercio nuove confezioni con un’alta percentuale di materiale riciclato. Leggete con cura quanto scritto sulla confezione, eliminate il materiale non riciclabile e differenziate il resto insieme all’altra carta.
GIOCATTOLI IN PLASTICA
Non si riciclano, ma si possono regalare ai bambini meno fortunati attraverso le associazioni di volontariato.
GOMMA DA MASTICARE
Non è un rifiuto riciclabile, ma non è nemmeno un rifiuto da prendere alla leggera. Gettarlo per terra o in un prato significa regalare all’ambiente un rifiuto che impiega almeno cinque anni a sparire. Per risolvere drasticamente il problema Singapore l’ha vietata nel 1992, mentre l’Irlanda applica dal 2003 un’ecotassa.
IMBALLAGGI
Ogni anno un italiano trasforma in immondizia una montagna di imballaggi. Potete scoprirlo anche voi dopo avere fatto la spesa ed averla riposta nei mobili di casa. La bella notizia è che si tratta di moltissimo materiale riciclabile. Sta perciò a noi decidere se la nostra razione dovrà trasformarsi in un problema per l’ambiente o in una miniera di risorse. C’è anche un altro trucco se vogliamo essere dei veri amici dell’ambiente: ragionare sui nostri consumi. In parole povere preferire al momento dell’acquisto prodotti contenuti in materiale riciclabile o riciclato o messi in commercio da Aziende che si stanno impegnando per l’ambiente ( riducendo gli imballaggi, ad esempio. Fra le tante quelle che mettono in commercio dentifrici senza l’inutile scatola di cartone, altre che passano dalla plastica al cartone). Un’occhiata alle confezioni potrà fornirvi tante informazioni.
INFISSI E SERRAMENTI
Devono essere portati alle stazioni ecologiche.
LAMPADINE
Non si riciclano insieme all’altro vetro. Per questa ragione pensiamo anche alla vita media ed al consumo di una lampadina. Una lampada ad alta efficienza ha una vita dieci volte più lunga di una lampadina “normale” e permette di risparmiare energia.
LATTINE
Se nel leggere questo testo state sorseggiando una bibita da una lattina, non gettatela con gli altri rifiuti. Riciclandola risparmierete tanta energia da far funzionare per tre ore un televisore o, come dicono gli americani, tanta benzina da riempirla. Da un 1kg. di lattine si ricava, infatti, 750 gr. di alluminio puro. Con 800 lattine di alluminio si fabbrica una bicicletta completa di accessori (i reggiani l’hanno potuta toccare con mano durante un REMIDA DAY), con 37 una caffettiera, con 70 una padella wok, con 130 un monopattino, con 3 una montatura per gli occhiali e con 640 un cerchione per auto. A Reggio Emilia, come in altre parti di Italia, è ancora più facile riciclarla. Con il servizio di raccolta multimateriale nella campana verde potete gettare vetro, barattoli e lattine. Perchè allora non tenere in casa un contenitore dove stoccarli tutti insieme, dopo averli lavati? Una buona notizia: l’ Italia è prima in Europa insieme alla Germania (recuperiamo oltre il 55% dell’alluminio circolante) e 3^ al mondo dopo Stati Uniti e Giappone nel riciclo dell’alluminio. Due dati che non tutti conoscono: l’8,5% delle lattine recuperate si trasforma in alluminio per l’arredamento e i sette milioni di caffettiere che si producono ogni anno in Italia sono tutte di alluminio riciclato . Una ragione in più per il riciclaggio è che una lattina finita in una discarica ci mette dai 20 ai 100 anni per decomporsi. Si possono produrre 20 lattine con materiale riciclato utilizzando la stessa energia necessaria a fabbricarne una nuova. Nel 2005 sono state recuperate 35.900 tonnellate di imballaggi usati di alluminio, pari ad oltre il 52% della quantità circolante. Per informazioni: www.cial.it C’è anche un nuovo sito Ciclo & Riciclo molto interessante e sempre promosso dal Cial. Una novità importante riguarda anche la Bialetti che dal settembre 2006 lancerà sul mercato la linea ecologica Green Planet costituita da pentole prodotte con alluminio riciclato (il 50% del tegame) affiancate da accessori in bambù naturale e da un packaging in carta riciclata al 100% (fonte Greenreport). Non solo caffettiere! Ricordiamo, infine, che il peso della lattina per bevande negli ultimi anni si è ridotto notevolmente. Basti pensare che nel 1990 una lattina pesava 16,5 grammi, mentre ad oggi il suo peso medio è di 13,30 gr (meno il 20%). Questa azione di prevenzione, messa a punto negli anni dalle 175 aziende del sistema CiAl, ha consentito un risparmio di materia notevole: circa 6.500 tonnellate di alluminio ogni anno. Soltanto negli ultimi cinque anni, grazie al riciclo sempre in crescita dell’alluminio, è stata garantita complessivamente una riduzione di emissioni serra pari ad oltre un 1.600.000 di tonnellate di CO2, pari a quanto emette ogni anno una centrale energetica di piccole dimensioni. LEGNO ( PALLETS, CASSETTE FRUTTA) novità In Italia ogni anno si riciclano oltre 2 milioni di tonnellate di legno e per questo siamo i primi al mondo (dato Anci-Conai 2006) Quello che non viene riutilizzato in agricoltura e commercio ( dopo un processo di ripulitura e rigenerazione) si trasforma in mobili o in pannelli isolanti. E’ la forza del riciclaggio. Banale ricordarlo, ma recuperare legno significa ridurre significativamente l’abbattimento degli alberi e se si pensa che per produrre un metro cubo di pannello truciolare occorrono 11 quintali di legno è facile immaginare quanto sia importante il recupero e il riciclaggio (la sola Saviola lavora in un giorno legno riciclato equivalente a 10.000 alberi). Utilizzate perciò le stazioni ecologiche per tutti i vostri rifiuti legnosi, dalle cassette ai vecchi mobili. Non lasciatele fuori dai cassonetti, come molti ancora fanno. Va anche ricordato che se 1970 una cassetta di legno pesava 1,6 Kg. Oggi ne pesa 1 Kg soltanto. Raccogliere legno per il riciclaggio è un altro primato reggiano: Legambiente ha premiato più volte alcuni comuni reggiani come comune riciclone. Qualche dato: con il riciclo di 4 pallet si fa 1 scrivania mentre con 30 si ottiene un armadio. Se tutto il legno riciclato ogni anno (circa 1.570.000 ton.) venisse triturato si potrebbero riempire completamente 5 edifici grandi quanto il Colosseo di Roma. I pannelli di truciolare prodotti ogni anno con il legno riciclato sarebbero sufficienti a coprire la superficie di tutta l’area edificata della città di Roma. Per informazioni: www.rilegno.org
LETTIERE PER ANIMALI
Fido o Micio hanno fatto i bravi? Non deludeteli! Fate i bravi anche voi gettando le lettiere nella vostra compostiera o nel cassonetto marrone per la raccolta dei rifiuti organici. L’unica attenzione è che si tratti di una lettiera naturale, altrimenti va gettata nel cassonetto dei rifiuti urbani.
MOQUETTE
Il riciclaggio delle moquette e dei tappeti in fibra sintetica è un problema sentito soprattutto del Nord Europa (solo in Germania ne vengono smaltiti 560.000 tonnellate all’anno) tanto che l’Unione Europea finanziò alcuni anni fa un progetto sperimentale con tanto di apposito impianto che univa al recupero diretto delle fibre poliammidiche la valorizzazione energetica delle altre fibre presenti. Purtroppo il bilancio ecologico del progetto non è stato positivo (troppi scarti non riciclabili, basse rese nel recupero, alte perdite di processo e grosse difficoltà nel separare le diverse fibre) e il tutto è stato accantonato. Anche negli USA (lì si gettano via ogni anno oltre 2 milioni di tonnellate di vecchi tappeti) si sta cercando di trovare un sistema economicamente ed ecologicamente adatto per riciclare questi rifiuti (fonte Hi Tech Ambiente dicembre 2005).
MATERASSI
Che siano ingombranti non c’è nessun dubbio. Vanno perciò portati nelle stazioni ecologiche. La moda di abbandonarli lungo i fossi non piace all’ambiente e nemmeno ai materassi. Potete sempre utilizzare il servizio gratuito di raccolta a domicilio.
MEDICINALI
Pòrtali dove li hai comprati. Nelle farmacie si trovano gli appositi contenitori per medicinali scaduti. Sono, infatti, rifiuti che non vanno assolutamente mescolati con gli altri rifiuti domestici. Stesso discorso anche per i medicinali che avete utilizzato per i vostri animali. Se volete superare voi stessi, vi ricordiamo che potete anche riciclare le scatole nel cassonetto blu della carta e i tubetti di alluminio nella campana verde. Se vi interessa la sfida, ragionate anche sull’effettiva necessità dell’acquisto di certi farmaci; ogni anno vengono gettate via oltre 400 milioni di confezioni di farmaci scaduti prima di essere utilizzati.
MOBILI
Se non li ritira il Mobilificio che vi ha appena portato il salotto nuovo o se non vi interessa entrare nel mercato dell’usato, il posto migliore rimane la stazione ecologica. Non cercate di infilare un divano in un cassonetto. Tutta fatica sprecata.
NEON
Anche se contengono parti di vetro i neon, come le lampadine, non vanno gettati con le bottilgie, contengono, infatti, componenti incompatibili con il riciclo.
OCCHIALI
Non gettate subito via i vecchi occhiali che trovate in un cassetto. Possono servire alle persone che hanno problemi di vista nei Paesi in via di sviluppo. Informatevi, quindi, se nella vostra città è in corso una raccolta straordinaria. I Club Lions sono ultimamente quelli più impegnati sull’argomento. Nel 2005 hanno raccolto 3.500.000 paia di occhiali. A Reggio Emilia è partita l’iniziativa “Aiutali a vederci chiaro” promossa dai Lions locali con la collaborazione delle Farmacie Comunali Riunite di Reggio Emilia. I contenitori sono in tutte le Farmacie Comunali.
OLIO USATO DELL’ AUTO
Alcuni dati tanto per chiarire quanto sia necessario riciclare l’olio della vostra macchina. Il cambio d’olio di un auto (5 chili) se disperso in acqua riesce ad inquinare una superficie di 5.000 metri quadrati ( pensateci se siete soliti cambiare l’olio della vostra barca e gettare i resti in acqua ). Riciclandolo, invece, si eliminano tutti i problemi e si riesce ad ottenere olio rigenerato a costi ridotti e con ottimi risultati per l’ambiente( con 100 kg di olio usato si può ottenere 80 kg di olio di base nuovo). In Italia la raccolta è gestita dal Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, il quale nell’ultimo anno, attraverso una rete capillare, ha raccolto 216.251 tonnellate d’olio usato (dato COOU 2006) Il problema sono, perciò, i “meccanici fai da te”. Niente di male ad interessarsi alla propria automobile o al proprio mezzo agricolo, ma non gettate l’olio nel pozzetto del cortile o in un prato. E’ un veleno. Conservatelo e portatelo in una stazione ecologica o informatevi dal numero verde del Consorzio 800- 863048 oppure cliccando sul sito
OLIO USATO DI CUCINA
I nostri batteri, gli umili eroi della depurazione, non amano l’olio del vostro gnocco fritto o delle vostre patatine. La linea non c’entra. Come l’olio lubrificante, anche quello da cucina è un veleno. Vi consigliamo, pertanto, di lasciarlo raffreddare e di portarlo in una stazione ecologica. Il vostro olio usato potrà essere riutilizzato per produrre lubrificanti, saponi, mangimi, mastici, adesivi, bitumi o impermealizzanti. Altro che patatine! Il Consorzio, nato nel dicembre 1998, che si occupa della raccolta del’olio da cucina si chiama CONOE, Consorzio obbligatorio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e grassi vegetali ed animali esausti. Ogni anno in Italia se ne utilizzano 50.000 tonnellate, ma solo la metà viene raccolta in modo differenziato.
OVTENE (CONFEZIONI)
Un nome “misterioso” per un nuovo materiale utilizzato per le confezioni destinate agli affettati. L’ovtene è riciclabile e va gettato nei contenitori per la plastica.
PALLOTTOLE & BOSSOLI
Incredibile, ma vero, esistono anche pallottole ecologiche. Uccidono come le altre, ma inquinano di meno. Le sta studiando l’Esercito USA, dopo che altre industrie private hanno già pensato di ridurre il piombo nei propri prodotti. Saranno molto probabilmente utilizzate durante le esercitazioni. Non conterranno piombo ed eviteranno di inquinare l’aria e il suolo statunitensi. Fra le altre idee anche il riciclaggio dei bossoli. (fonte Wall Street Journal). E’ iniziato anche un progetto per riciclare i bossoli delle cartucce da caccia. I bossoli sono in materiale plastico e il progetto sperimentale è curato dal consorzio Polieco per ora solo in Toscana e Umbria.
PANNOLINI
Un pannolino ci mette circa 500 anni (avete letto giusto, 5 secoli) a decomporsi ed un bambino in un anno produce circa 400 chili di rifiuti. Dati che ci devono fare riflettere. Come tanti oggetti che ci circondano, anche per i pannolini usa e getta la comodità è proporzionale ai problemi che si creano all’ambiente. Si è calcolato che al mondo si utilizzano ben 3.5 miliardi di galloni di olio, 82.000 tonnellate di plastica e 1.3 milioni di tonnellate di polpa di legno per produrre i 18 miliardi di pannolini di plastica annualmente consumati. Ed è anche per questo che in molti Paesi, a cominciare dagli Stati Uniti, sta crescendo un vero e proprio “movimento anti-pannolino” o stanno ritornando in vendita i pannolini lavabili o quelli usa e getta in materiale biodegradabile (in Austria i pannolini riutilizzabili hanno ormai il 12% del mercato). Ricordate sempre che il pannolino , comunque, non va gettato nel water, ma nel normale sacco per la spazzatura.
PELLICOLA DI ALLUMINIO
E’ comoda e se ne usa sempre di più (solo in Italia abbiamo superato i 28 milioni di rotoli l’anno – dato IO Donna). Vi farà piacere sapere che si può riciclare. Basta darle prima una lavata e gettarla con le lattine nella campana verde. Le buste delle verdure surgelate, invece, vanno gettate insieme agli altri rifiuti, perchè il rivestimento di plastica ne impedisce il riciclaggio. Alcuni le utilizzano come buste per i rifiuti per le piccole pattumiere.
PIATTI, BICCHIERI E POSATE DI PLASTICA
Non si riciclano. Esistono, però, in commercio piatti, bicchieri e posate in materiali biodegradabili, riciclabili, quindi, con gli scarti da cucina; hanno un costo senz’altro superiore, ma sono recuperabili.
PILE ( RADIO, WALKMAN, TELEFONI CELLULARI )
Reggio Emilia è stata una delle prime città in Italia ad attivare un sistema di raccolta delle pile. Una tradizione che ci fa onore. Dovreste quindi sapere che le pile esaurite, comprese quelle dei telefoni cellulari devono essere consegnate al rivenditore quando comprate quelle nuove oppure gettate negli appositi contenitori gialli e non fra i normali rifiuti (una piccola batteria a bottone può inquinare sino a 10.000 litri d’acqua). Un’altra soluzione è quella di acquistare batterie ricaricabili (come ormai consigliano non solo le associazioni ambientaliste, ma anche quelle dei consumatori). Un esempio: due ore al giorno di un lettore cd consumano almeno 146 pile in un anno da gettare e con una spesa di 131,40 euro. 2 batterie ricaricabili, più il caricatore (il cui costo lo si può spalmare su dieci anni), più la corrente necessaria per la ricarica costano poco più di 10 euro l’anno. Meno costi e meno rifiuti (fonte Altroconsumo luglio/agosto 2006).
PLASTICA
Nata per sostituire l’avorio delle palle da biliardo (venivano uccisi una media di 12.000 elefanti all’anno), la plastica ha ormai riempito la nostra vita e anche le nostre discariche. La plastica, però, può essere avviata al recupero gettandola negli appositi cassonetti. Da lì parte un viaggio che ha del meraviglioso. I contenitori possono diventare maglioni (i caldi pile, ad esempio. Per un capo sono sufficienti 27 bottiglie in PET), frisbee (2 flaconi), maglie (12 bottiglie), reggiseni (in Giappone li producono con tre bottiglie da mezzo litro), panchine (con più o meno 45 vaschette di plastica per la frutta o la verdura e 10 metri di pellicola), sedie (con 10 flaconi), coperte (20 bottiglie in PET per un caldo pile), piumini (67 bottiglie per un matrimoniale), cestini portafiori (14 vaschette in plastica), annaffiatoi (11 flaconi del latte), tubi, imbottiture (dai divani ai peluche), pezzi di automobile, le pagliette per pulire i piatti, pannelli isolanti e tantissimi altri oggetti. Il consiglio che vi diamo è quello di schiacciare i contenitori e ritapparli prima di infilarli dentro al cassonetto (stappare, schiacciare, tappare) in modo da poter raccogliere più possibile contenitori nel cassonetto. Il Consorzio che si occupa del riciclaggio della plastica è il Corepla www.corepla.it. Ricordatevi che nel cassonetto potete buttare: Bottiglie e flaconi
· Bottiglie d’acqua, di bibite, latte,
· Flaconi/dispensatori di maionese, salse, creme, sciroppi
· Flaconi di shampoo, bagnoschiuma, cosmetici o altri prodotti per l’igiene della persona
· Flaconi di detersivi, saponi, prodotti per l’igiene della casa, acqua distillata… Confezioni barattoli e scatole (se non accoppiate con altro materiale)
· Confezioni sagomate in plastica per uova
· Confezioni per pile, per articoli da ferramenta, per articoli di cancelleria, per giocattoli ecc.
· Vasetti di yogurt e latticini vari
· Vaschette in plastica utilizzate nei banchi di gastronomia dei supermercati
· Vaschette in plastica per carne, pesce, verdure o altri alimenti
· Vaschette per alimenti o imballaggi per piccoli eletrodomestici di polistirolo espanso
· Confezioni in plastica trasparente per pasta fresca, formaggi.
· Confezioni di merende, dolci e crackers
· Buste e sacchetti in plastica per pasta, per patatine, per caramelle, per surgelati, ecc.
· Buste o scatole in plastica per maglie, cravatte, calze, biancheria o altri capi di abbigliamento
· Barattoli in plastica che contengono salviette umide, creme o altri cosmetici
· Contenitori in plastica per rullini fotografici Altri contenitori
· Borse della spesa (potete utilizzarle anche come sacchetti per i rifiuti indifferenziati)
· Cellophane ed altre pellicole per imballaggio
· Reti per frutta e verdura (ad esempio quelle di limoni, arance, cipolle)
· Cassette per prodotti ortofrutticoli (se in piccole quantità. Altrimenti utilizzate la Stazione Ecologica) Non devono invece essere gettati nel cassonetto della plastica
· Piatti, bicchieri, posate
· Giocattoli
· Appendiabiti
· Elettrodomestici
· Prodotti in gomma (tubi, oggetti vari ecc.)
· Custodie per cd
· Accessori per auto
· Borse e zainetti
· Bidoni e cestini portarifiuti
· Spazzolini e rasoi
· Accendini
· Imballaggi in cui la plastica è accoppiata ad altri materiali (plastica e alluminio, plastica e carta)
· Siringhe
( · Complementi d’arredo (mestoli, tzze ecc.)
· Posacenere e portamatite
· Cartelle porta documenti
· Componentistica ed accessori per auto
Il materiale raccolto in modo differenziato non deve contenere residui. Va detto che molte le Aziende produttrici di detersivi e detergenti si sono impegnate per una riduzione della plastica nelle confezioni con risultati incredibili. Complessivamente negli ultimi vent’anni gli imballaggi in plastica hanno perso l’80% del loro peso ( le bottiglie di plastica negli ultimi 12 anni sono state ridotte del 30% ). Ma c’è chi fa di più: chi come la Coop che utilizza plastica riciclata per produrre i contenitori dei propri detersivi o la Sainsbury’s, la terza catena britannica della grande distribuzione, che ha deciso di lanciare sul mercato più di 500 prodotti alimentari con il suo marchio confezionati con bioplastiche. L’obiettivo è tagliare la propria produzione annuale di rifiuti da imballaggi in plastica di origine fossile di 3.550 tonnellate. Sempre a gennaio 2007, sarà poi la volta dei cibi pronti, e per favorire una corretta gestione dei rifiuti da parte dei consumatori, su tutte le confezioni saranno apposte specifiche etichette che indicheranno l’eventuale compostabilità dei materiali, onde evitare che gli stessi vengano avviati alle piattaforme di riciclaggio della plastica. Ricordiamo, poi, che oltre al riutilizzo vi è la termovalorizzazione, cioè la distruzione attraverso il fuoco con la parallela produzione di energia (una bottiglia da 50 grammi produce tanta energia da tenere accesa una lampadina da 60 Watt per un ‘ora, mentre con 2 vaschette di plastica si può avere lo stesso potere calorifico di circa 42 grammi di gas metano). Una bottiglia di plastica, infine, impiega dai 100 ai 1000 anni per decomporsi. Anche noi possiamo ridurre la produzione di rifiuti in plastica. Partendo, ad esempio, dalle bottiglie di plastica dell’acqua minerale (in Italia ne utilizziamo 5 miliardi ogni anno). Perchè non privilegiare il vetro o provare l’acqua del rubinetto? Cliccando qui puoi scoprire tutti i segreti dell’acqua del rubinetto di casa tua o del tuo ufficio.
PLASTICA (TAPPI DI PLASTICA)
I tappi di plastica si possono trasformare in pozzi. Un riciclaggio particolarissimo reso possibile da una convenzione siglata il 10 luglio 2006 dalla Provincia di Reggio Emilia, Enìa spa, S.A.BA.R. spa, Caritas diocesana di Reggio Emilia, Centro Mondialità Sviluppo Reciproco di Livorno, Galletti E. Co. Service di Livorno. I tappi debbono essere trasportati nei punti di raccolta, collocati presso tutte le stazioni ecologiche reggiane, da cui partiranno per un viaggio virtuoso che li porterà prima nel centro di stoccaggio presso la discarica SABAR di Novellara e poi a Livorno presso il centro di recupero della Galletti dove saranno avviati al riciclaggio. Per ogni tonnellata di materiale raccolto la Ditta di Livorno riconoscerà al Centro Mondialità Sviluppo Reciproco una somma pari a € 170 per la realizzazione di progetti di solidarietà in Tanzania o in altre realtà del III Mondo. L’iniziativa durerà fino al 31 dicembre 2007 e alla sua conclusione si procederà alla divulgazione dei risultati ottenuti. Un appello a chi parteciperà a questa raccolta: ricordatevi sempre di pressare le bottiglie!
PNEUMATICI Nel 2005 l’Associazione Italiana di Ricostru
ttori di Pneumatici (AIRP) ha recuperato 47.288 tonnellate di pneumatici usati, confermando la solida tradizione nel settore della ricostruzione che ha l’industria italiana, soprattutto nel trasporto pesante. Recupero che ha permesso di risparmiare 166 milioni di litri di petrolio, quantità che sarebbe stato necessario impiegare per produrne di nuovi. I pneumatici possono essere anche triturati e riutilizzati o miscelati con l’asfalto o nelle pavimentazioni di aree sportive oppure, infine, per produrre componenti del settore automobilistico (paraurti, interni di portiere ecc), in pannelli fonoassorbenti o gomme piene per carrelli. Ricordiamo che nel processo di riciclaggio vengono recuperati anche il metallo, che costituisce l’anima del pneumatico, destinato alle fonderie e il cascame tessile che può essere riutilizzato dopo particolari lavaggi. Un pneumatico abbandonato, invece, oltre a deturpare il paesaggio, può favorire lo sviluppo di insetti, quali la zanzara tigre, o roditori. The Recycler’s Handbook ( la “Bibbia” del riciclaggio made in USA) consiglia di metterli intorno alle piante di pomodoro per farle crescere più velocemente. La gomma dei pneumatici conserva, infatti, il terreno sempre umido e caldo. Ricordiamo, anche che i pneumatici sono stati i primi prodotti ad esser riutilizzati in molte parti del mondo dove da sempre diventano poltrone o sandali, utilissimi nella giungla. Celebri quelli dei vietcong durante la guerra del Vietnam o quelli usati dai Masai che hanno la suola rettangolare per non lasciare tracce che possono indicare la provenienza. Una delle forme di riciclaggio più estrose sono le suole delle celebri scarpe US Roads.
POLISTIROLO
Gli imballaggi in polistirolo (ad esempio quello che proteggeva il frigorifero) vengono raccolti in alcune stazioni ecologiche. Non vanno gettati nel contenitore per la plastica. Discorso diverso per le vaschette utilizzate per frutta ed alimenti: quelle potete gettarle (dopo averle lavate) tra la plastica.
POSTA
In USA la chiamano junk mail, “posta spazzatura”. E’ stato calcolato che gli italiani ricevono circa 500 milioni di stampe pubblicitarie, buona parte delle quali prodotte con carta che è possibile riciclare. Pensiamoci prima di gettarle nel cestino o di infilarle nella cassetta del vicino. Molti utenti, invece, utilizzano un altro stratagemma per agevolare il riciclaggio. Basta sistemare un contenitore destinato solo alla pubblicità sotto le cassette per la posta. Ognuno vi potrà pescare quello che gli interessa e quando il contenitore è pieno si può vuotarlo facilmente nel cassonetto blu. Il riciclaggio sicuramente più strano di questa “posta spazzatura” è quello messo in piedi dalle stesse Poste Statunitensi che inizieranno ad usare matite prodotte per il 25% da “posta spazzatura” riciclata. Il Distretto Postale di Atlanta ha calcolato che è possibile salvare ogni anno oltre 100.000 alberi con il solo recupero della posta non recapitata.
PRODOTTI CHIMICI DOMESTICI (ACQUA RAGIA, DETERSIVI, AMMONIACA, SMALTO PER LE UNGHIE)
Pochissimi lo sanno, ma tutti noi abbiamo la casa piena rifiuti pericolosi, cioè tutti quei prodotti chimici, impiegati per la pulizia della casa e dell’ auto e il “fai da te” che sono classificati, per la loro pericolosità, irritanti, corrosivi, tossici e infiammabili. Per scoprire quali sono basta dare un’occhiata ai simboli ed alle lettere sulla confezione. La X è il simbolo dei prodotti nocivi (Xn) ed irritanti (Xi), in genere acidi o prodotti per disotturare le tubature di scarico, ma anche alcuni prodotti per l’ufficio che molti tengono sulla scrivania. La provetta che gocciola segnala i prodotti corrosivi (C). Il teschio segnala un prodotto tossico (T) o altamente tossico (T+), come ad esempio smalti, vernici, disinfettanti, insetticidi, diserbanti, prodotti per il giardinaggio. La fiamma segnala i prodotti infiammabili ( F ) o altamente infiammabili (F+) quali alcool, prodotti per la pulizia (l’acetone per le unghie, ad esempio), per il fai da te (solventi, acquaragia, mastici) e per l’ufficio (i cosidetti ” bianchetti”). Questi rifiuti (i prodotti e le confezioni) vanno gettati negli appositi contenitori che potete trovare nelle stazioni ecologiche. Non vanno gettati nel lavandino o nel water, come ancora molti fanno. Sono veleni pericolosissimi per l’ambiente. Sì, anche lo smacchiatore che avete usato ieri.
PROFILATTICI Non vanno gettati nel water (moltissimi lo fanno). Non piacciono ai batteri dei depuratori e creano problemi agli impianti. Gettateli nei rifiuti non riciclabili.
RASOI IN PLASTICA
Non si riciclano.
SACCHETTI DI CARTA
Sono da sempre un’alternativa ecologica ai sacchetti di plastica. Molte organizzazioni ambientaliste ricordano, però, che pur riutilizzabili e biodegradabili i sacchetti di carta sono comunque fatti per la maggior parte con carta vergine e non con carta riciclata per essere più resistenti; per questa ragione consigliano di preferire le borse di stoffa o di juta che molte catene di supermercati vendono ai propri clienti e che sono riutilizzabili all’infinito. Si possono però – aggiungiamo noi – sempre riciclare . L’ideale sarebbe trasportare la carta raccolta in casa con una borsina di carta e gettare tutto nel cassonetto blu.
SIGARETTA
Quando ci fermiamo e decidiamo di gettare il contenuto del posacenere della nostra auto sul ciglio della strada dovremmo pensare a questo semplice dato: una sigaretta senza filtro ci mette tre mesi a decomporsi, con il filtro due anni. Dovremmo pensarci anche quando siamo in spiaggia: si parla di 12 milioni di mozziconi sulle spiagge italiane. Con le nuove leggi anti fumo si sta anche assistendo alla crescita dei mozziconi fuori dai locali. Un po’ di attenzione non guasterebbe. Per sensibilizzare i fumatori è nato in Italia un gruppo che ha lanciato la campagna “Italia senza mozziconi”. Nel sito (www.italiasenzamozziconi.org) è possibile scaricare un’ utile locandina.
SPECCHI
La presenza di argento rende il vetro degli specchi non riciclabile insieme al vetro delle bottiglie nella campana verde. Due le strade : cassonetto per piccole quantità e la stazione ecologica per grandi quantità.
SPAZZOLINO
Anche se di plastica non si ricicla. Per chi vuole ridurre la produzione dei propri rifiuti, in commercio sono disponibili modelli con le testine sostituibili. E prima di gettarlo potete riutilizzarlo per lucidare gli oggetti più piccoli.
STOVIGLIE IN VETRO E\O PIREX
Come per gli specchi anche il pyrex non deve essere gettato dentro le campane verdi. Le diverse temperature di fusione rendono il materiale incompatibile con il vetro puro. E’ necessario ricordare che bastano pochissime quantità di materiale estraneo per rovinare la qualità del vetro riciclato.
STOVIGLIE IN ACCIAIO, METALLO E ALLUMINIO
Sono piccoli tesori che è veramente stupido gettare insieme agli altri rifiuti. E’ possibile riciclare tutte le stoviglie nelle stazioni ecologiche.
STUZZICADENTI
Vanno gettati tra i rifiuti organici o nella compostiera.
TAPPI A CORONA E DI PLASTICA
Chi ha più di trenta anni si ricorderà quando i tappi a corona erano qualcosa di più di un rifiuto. Ora le partite a “cricchi” non vanno più di moda e ai tappi a corona non resta che seguire le bottiglie nellla campana verde. I tappi di plastica, invece, si possono trasformare in pozzi. Un riciclaggio particolarissimo reso possibile da una convenzione siglata il 10 luglio 2006 dalla Provincia di Reggio Emilia, Enìa spa, S.A.BA.R. spa, Caritas diocesana di Reggio Emilia, Centro Mondialità Sviluppo Reciproco di Livorno, Galletti E. Co. Service di Livorno. I tappi debbono essere trasportati nei punti di raccolta, collocati presso tutte le stazioni ecologiche reggiane, da cui partiranno per un viaggio virtuoso che li portera prima nel centro di stoccaggio presso la discarica SABAR di Novellara e poi a Livorno presso il centro di recupero della Galletti dove saranno avviati al riciclaggio. Possono essere raccolti tappi in plastica di acqua, bibite, flaconi dei detersivi, capsule che contengono le sorprese degli ovetti di cioccolato, tappi della maionese e dela crema al cacao, tappi dei brik, tappi della colla stick e tutti gli latri tappi purchè marchiati PP o PE. I tappi devono però essere privati della carta. Per ogni tonnellata di materiale raccolto la Ditta di Livorno riconoscerà al Centro Mondialità Sviluppo Reciproco una somma pari a € 170 per la realizzazione di progetti di solidarietà in Tanzania o in altre realtà del III Mondo. L’iniziativa durerà fino al 31 dicembre 2007 e alla sua conclusione si procederà alla divulgazione dei risultati ottenuti. Sono state mobilitate 490 scuole reggiane ed al 10 maggio 2007 erano state raccolte 20,74 tonnellate di tappi. Per avere informazioni sull’iniziativa: Asssessorato Ambiente-Provincia di Reggio Emilia 0522- 444203/444251/444232. Un appello a chi parteciperà a quasta raccolta: ricordatevi sempre di pressare le bottiglie!
VASCHETTE DI ALLUMINIO
L’alluminio è un vero tesoro. Ricavando alluminio da quello usato si risparmia sino al 95% dell’energia. Per ricavare dalla bauxite 1 kg. di alluminio sono necessari circa 134Kwh, mentre per ricavare 1 kg. di alluminio nuovo da quello usato servono solo 0,6-0,7 Kwh. Un risparmio che parte anche dalla tua vaschetta usata e può finire con il riciclaggio in una nuova caffettiera o in un nuovo infisso per finestre. Perciò una lavata e via nella campana verde. Anche gli stampi per i dolci possono essere riciclati. Per sapere se sono di alluminio basta avvicinarli ad una calami a: l’alluminio non è magnetico.
VASCHETTE O VASSOI DI PLASTICA
Come per gli altri contenitori o imballaggi di plastica è possibile gettarli nel cassonetto bianco. Prima puliteli.
VASCHETTE O VASSOI DI POLISTIROLO
Anche loro finiscono nel cassonetto della plastica. Prima puliteli.
VASETTI YOGURT
Cassonetto bianco per la plastica dopo una risciacquata
VERNICI
Nel nostro Paese vengono consumate oltre un milione di tonnellate tra vernici, lacche e idropitture. Come per molti prodotti chimici domestici (vedi) la differenza la fa l’etichetta. Può costituire un rifiuto pericoloso. Non va mai gettato nel cassonetto, nè, tantomeno, nel lavandino o nel water. Va portato nella stazione ecologica.
VESTITI
Si stima che nel nostro Paese vengono raccolti ogni anno 100.000 tonnellate di vestiti usati. E’ possibile avviarli al riciclaggio o al riutilizzo gettandoli nei cassonetti destinati alla loro raccolta che potete facilmente trovare in tuti i comuni.
VETRO
Il vetro può essere riciclato interamente e all’infinito e non ci deve quindi stupire se il riciclaggio di questo materiale è quello che vanta la più lunga tradizione. Oggi il 60% delle bottiglie di vetro immesse al consumo in Italia sono fatte con vetro riciclato (dati Conai 2005). Notevole è il risparmio nel produrre nuove bottiglie con il materiale riciclato, sia in termini ambientali sia in termini economici: una tonnellata di rottame di vetro sostituisce 1,2 tonnellate di materia prima e consente un risparmio energetico equivalente a 100 kg. di olio combustibile. Quando parliamo di vetro ci riferiamo ai contenitori ( bottiglie, flaconi, barattoli per la marmellata e per lo yogurt, bicchieri) e non all’altro vetro in commercio. Non tutti i vetri sono uguali. Utilizzate, perciò, le campane verdi per i contenitori e le stazioni ecologiche o i cassonetti tradizionali per gli altri prodotti contenenti vetro (finestre, vetri delle macchine, pyrex, bollitori per caffè, specchi). Non gettate mai la ceramica nella campana verde. E’ un errore ancora comune che rischia di rovinare quanto raccolto dall’ intera campana. Un consiglio: un veloce lavaggio del contenitore significa meno odore e meno formiche nelle vicinanze della campana. Costa così poco farlo…Per informazioni: www.coreve.it
VIDEOCASSETTE
La cassetta va nel cassonetto. Niente riciclo.
VITI, BULLONI, CHIODI
Come tutto il materiale metallico sono pienamente riciclabili. Destinazione dei vostri rottami è, come sempre la stazione ecologica.
WC
Un modo simpatico per riutilizzare i wc è quello messo in pratica a Placerville (USA) dove avviene il Campionato Mondiale di “lancio di wc” (Colors n°10) Se non partecipate al campionato ricordatevi di non abbandonarlo a fianco di un cassonetto o, ancora peggio, di non ficcarlo dentro ad un cassonetto. Portatelo alla stazione ecologica.
Fonte: Buona Idea, Fiorigialli