Ritmi rom ungheresi e rumeni con il barattolerio, uno scalda caffè creato dal riciclo delle scatolette di cibo per cani e tanto altro, nasce il Museo virtuale del Riciclo ad opera del Consorzio Ecolight. Mostra virtuale che conta già più di un centinaio di opere, destinata ad arricchirsi sempre più ed aperta ai contributi di tutti.
Uno xilofono costituito da chiavi inglesi, un cimbalon le cui note prendono vita da barattoli di latta e corde di acciaio, la scopa e la racchetta elettrica per fare ed ascoltare musica, ecopoltrone, mobili prodotti con materiali naturali e seminaturali, eco t-shirt e borse ricavate dai pulsanti delle vecchie tastiere, da vivere e indossare, ma non solo. Lampade dalle linee moderne e affascinanti alimentate da lampadine a basso consumo o a led e ancora, le rivisitazioni della “Gioconda” di Leonardo e de “I girasoli” di Van Gogh “dipinte” in chiave cyber-tecnologica con componenti di personal computer. Insomma musica, architettura, moda, design ed arte, è questo il fantastico mondo del Museo del Riciclo, singolare e inedito progetto voluto dal Consorzio Ecolight per dare maggior valore alla propria azione in favore dell’ambiente. Come specifica Walter Camarda, presidente del Consorzio, il Museo vuole essere un luogo, un’idea e uno spunto di riflessione per iniziare a “creare un mondo più pulito”, ponendo l’attenzione sulla creatività, dimostrando come “i rifiuti possano prendere nuova vita, diventando arte”. Ecolight, uno dei maggiori Sistemi Collettivi per la gestione dei RAEE delle pile e degli accumulatori, il terzo per numero di immesso e il primo per quello di consorziati, con questa iniziativa vuole proporre una vetrina aperta a tutti, ai consumatori come ai creatori. Un museo virtuale, sia per sensibilizzare, sia per generare stimoli alla riflessione sull’accumulo sempre più massivo di materiali e rifiuti nelle nostre discariche, nonché su stili di vita dove i concetti di ricicloe riuso possono sostituire quelli di consumo usa e getta e rifiuto. Allestimento on-line voluto per raccoglierere le testimonianze di tutti coloro che, danno nuova vita agli oggetti “da buttare”, trasformandoli in quadri, installazioni, oggetti d’arredo, d’abbigliamento e quant’altro possa diventare un manufatto o un concetto nuovo e riutilizzabile. “Pescebidone”, “Zitto e mosca”, “Teleboy”, “Elefant One”, “Gufo tartufo e civetta Uvetta” i nomi di alcune delle oltre, ad oggi, 140 opere che compongono un patrimonio espositivo, suddiviso in 5 sezioni, che testimoniano l’arte di trenta artisti, aziende e associazioni. In questi mesi è “Lucetrice”, lampada nata dal riutilizzo di schede elettroniche di lavatrici, vincitrice del premio internazionale di pittura e design “Rifiuti in cerca d’Autore” nella sezione Design, il “manifesto visivo e concettuale” scelto per diffondere l’immagine del museo.Arte, ma soprattutto buona pratica, perché “riciclare”, come già facevano i nostri nonni, ha vantaggi ambientali enormi. Non tutto quello che usiamo deve finire nell’immondizia, E il Museo del Riciclo mostra come alla cultura dello spreco, si possa porre argine con quella del riuso, come materiali ed elettrodomestici inutilizzabili, possano rinascere e diventare arte, moda, giocattoli o strumenti utili e perché no anche economici.
Notizia segnalata dalla redazionedi Findart, l’arte a portata di mouse