Periodo di festività, fiera del consumismo e a volte dello spreco. Per evitare che le abbuffate o i semplici pranzi e le cene di fine anno si trasformino in veleno per noi e l’ambiente è possibile seguire alcuni piccoli consigli o sfruttare eco idee in maniera intelligente privilegiando filiera corta, riciclo e riuso.
Un buon inizio è pensare non solo al menù, ma pure a dove e come si mangierà e cosa si può fare con avanzi e “rifiuti”.
Gesto meccanico che spesso pare essere senza “effetti collaterali”, apparecchiare la tavola, può diventare una delle azioni più dannose per le foreste del pianeta. Consumare posate, tovaglioli, piatti, ecc. di carta, senza conoscerne provenienza e metodologia di produzione, può infatti farci diventare parte integrante del sistema di distruzione delle foreste. In nostro soccorso per aiutarci a cercare di ridurre la deferostazione e il nostro impatto sugli eco sistemi delle foreste primarie, anche con un piccolo gesto che può parere insignificante ai più, può venire la guida tascabile e il sito di Greenpeace “Foreste a rotoli“. Campagna, che prende in considerazione e valuta oltre 30 aziende e 200 prodotti tra carta igienica, tovaglioli, asciugatutto e fazzolletti, che utilizzano fibra riciclata o certificata FSC. Naturalmente se le posate saranno usa e getta, che siano rigorasamente biodegradabili, alcuni preziosi consigli in tal senso si possono trovare sul blog Posate biodegradabili e sul portale Minimo impatto.
Sempre Greenpeace in merito al menù consiglia un utilizzo limitato di carne e cibi di derivazione animale. Il 14% delle emissioni mondiali di gas serra è imputabile all’agricoltura, principalmente attraverso l’immissione in atmosfera di metano, emesso dai ruminanti, ma anche da certe tecniche usate in risicoltura, e del protossido d’azoto, legato all’uso di fertilizzanti azotati. Proponendo anche una soluzione che prevede menù a base di pesce, con alcune accortezze, evitare merluzzo, gamberi, tonno e pesce spada, scegliendo pesce azzurro, In caso di dubbio si può sempre consultare la guida ai consumi ittici dell’associazione ambientalista.
Un’altra soluzione è rappresentata dall’utilizzo di alimenti di stagione o provenienti da filiera corta, in modo da ridurre il consumo di energia, l’inquinamento e il traffico, necesssari per farli arrivare sulle nostre tavole. Ad esempio per la verdura verdure bietole, carciofi, carote, cavolfiori, cavoli, cavolini di bruxelles, finocchi, radicchio e spinaci, con cui confezionare gustose ricette “pungenti” (con ingrediente principale i carciofi” o “del cavolo” (con l’ortaggio in questione in primo piano), mentre per la frutta arance, kiwi, mandarini e pompelmi. In ogni caso privilegiando prodotti provenienti da agricoltura biologica, locali e stagionali, primizie che provengono da luoghi vicino al luogo del pranzo o della dena e che non comportano l’utilizzo di prodotti chimici inquinanti. E se rimangano avanzi non è d’obbligo buttare via niente in quanto si possono realizzare, per i giorni successivi interessanti menù, anche per i più golosi, un esempio? Il tronchetto di panettone al cioccolato.
Infine la sostenibilità può essere ricercata e ottenuta anche durante e dopo i pasti, magari accompagnati da vino sfuso o birra artigianale, con un pò di fantasia e creatività. Realizzando delle decorazioni fai da te e imparando a riciclare le bottiglie di plastica.
Un buon inizio è pensare non solo al menù, ma pure a dove e come si mangierà e cosa si può fare con avanzi e “rifiuti”.
Gesto meccanico che spesso pare essere senza “effetti collaterali”, apparecchiare la tavola, può diventare una delle azioni più dannose per le foreste del pianeta. Consumare posate, tovaglioli, piatti, ecc. di carta, senza conoscerne provenienza e metodologia di produzione, può infatti farci diventare parte integrante del sistema di distruzione delle foreste. In nostro soccorso per aiutarci a cercare di ridurre la deferostazione e il nostro impatto sugli eco sistemi delle foreste primarie, anche con un piccolo gesto che può parere insignificante ai più, può venire la guida tascabile e il sito di Greenpeace “Foreste a rotoli“. Campagna, che prende in considerazione e valuta oltre 30 aziende e 200 prodotti tra carta igienica, tovaglioli, asciugatutto e fazzolletti, che utilizzano fibra riciclata o certificata FSC. Naturalmente se le posate saranno usa e getta, che siano rigorasamente biodegradabili, alcuni preziosi consigli in tal senso si possono trovare sul blog Posate biodegradabili e sul portale Minimo impatto.
Sempre Greenpeace in merito al menù consiglia un utilizzo limitato di carne e cibi di derivazione animale. Il 14% delle emissioni mondiali di gas serra è imputabile all’agricoltura, principalmente attraverso l’immissione in atmosfera di metano, emesso dai ruminanti, ma anche da certe tecniche usate in risicoltura, e del protossido d’azoto, legato all’uso di fertilizzanti azotati. Proponendo anche una soluzione che prevede menù a base di pesce, con alcune accortezze, evitare merluzzo, gamberi, tonno e pesce spada, scegliendo pesce azzurro, In caso di dubbio si può sempre consultare la guida ai consumi ittici dell’associazione ambientalista.
Un’altra soluzione è rappresentata dall’utilizzo di alimenti di stagione o provenienti da filiera corta, in modo da ridurre il consumo di energia, l’inquinamento e il traffico, necesssari per farli arrivare sulle nostre tavole. Ad esempio per la verdura verdure bietole, carciofi, carote, cavolfiori, cavoli, cavolini di bruxelles, finocchi, radicchio e spinaci, con cui confezionare gustose ricette “pungenti” (con ingrediente principale i carciofi” o “del cavolo” (con l’ortaggio in questione in primo piano), mentre per la frutta arance, kiwi, mandarini e pompelmi. In ogni caso privilegiando prodotti provenienti da agricoltura biologica, locali e stagionali, primizie che provengono da luoghi vicino al luogo del pranzo o della dena e che non comportano l’utilizzo di prodotti chimici inquinanti. E se rimangano avanzi non è d’obbligo buttare via niente in quanto si possono realizzare, per i giorni successivi interessanti menù, anche per i più golosi, un esempio? Il tronchetto di panettone al cioccolato.
Infine la sostenibilità può essere ricercata e ottenuta anche durante e dopo i pasti, magari accompagnati da vino sfuso o birra artigianale, con un pò di fantasia e creatività. Realizzando delle decorazioni fai da te e imparando a riciclare le bottiglie di plastica.
Fonte: Greenpeace Italia, EffettoTerra