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Elefant Dung Paper

Ovvero carta da cacca di elefante,un progetto di Commercio Equo e Solidale, promosso dalla Cooperativa Vagamondi di Formigine,  in provincia di Modena e distribuita dalla Cooperativa il Ponte di Giaveno. Attraverso questo metodo di riciclo originale, si cerca di reinventare il rapporto tra l’elefante e i contadini delle zone dello Sri Lanka interessante che vedono il pachiderma in costante minaccia.

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo.

Cacca di elefante?? Ebbene sì, in un progetto di Commercio Equo e Solidale, promosso dalla Cooperativa Vagamondi di Formigine, in provincia di Modena, si utilizza cacca di elefante per produrre carta.

“Tecnicamente” funziona così:

 Un elefante adulto mangia foglie e cortecce per 80 kg al giorno e “fa la cacca” in media 16 volte.

La cacca viene raccolta ed essicata al sole.
Poi viene bollita con un disinfettante naturale, quindi meccanicamente impastata ad acqua, carta riciclata (presente al massimo per il 25 %) e colore se necessario.
Tra l’altro, il colore viene dato naturalmente, utilizzando la paglia del riso e derivati della cannella e del banano.
La polpa viene posata su un tavolo per dare la dimensione al foglio e passata sotto un rullo che elimina l’acqua in eccesso e la rende sottile: la carta ottenuta viene messa ad asciugare.
Per ogni 10 kg di cacca si producono 120 fogli di carta.

 

Gli aspetti ecologici e sociali.

Il soggetto promotore del progetto di Commercio Equo è la società a responsabilità limitata Eco Maximus, Sri Lanka; nata nel 1997 a Kegalle, vicino alla “Millenium Elephant Fundation”, con appena sette dipendenti, poco alla volta si è allargata, disponendo attualmente di due sedi e una quarantina di dipendenti.
Gli scopi di Eco Maximus, che prende il nome proprio dal termine zoologico dell’elefante dello Sri Lanka, Elephus Maximus Maximus, sono chiari: prima di tutto lottare per la tutela dell’elefante, poi creare un progetto sociale sostenibile e utile per la popolazione locale.
Infine, come è consuetudine nel commercio equo e solidale, creare scambi di merci e culture, per dare a noi occidentali, accanto ai prodotti realizzati in cacca di elefante, una maggiore consapevolezza di quanto succede in paesi come lo Sri Lanka.

Impegnarsi per la tutela degli elefanti significa avere ben presente la realtà socio economica locale, in cui molto spesso la lotta tra l’uomo e gli elefanti selvaggi per la terra è tremendamente dannosa per entrambi.

La scommessa è di riuscire a creare nelle aree di conflitto (tra governo e tigri Tamil, nel nord del paese) luoghi di produzione economica che si basi sul riciclo dello sterco di Elefante selvaggio, creando quindi un rapporto reciproco e vantaggioso tra l’uomo e la bestia.

 Lo Sri Lanka è la casa di un decimo dei 40.000 elefanti Asiatici selvaggi, elefanti che in Sri Lanka non vengono uccisi né per le loro zanne nè per la carne, poichè nessuno mangia la carne di elefante; nemmeno per la pelle, perché localmente non  esiste un’industria della pelle di elefante.
Sono semplicemente uccisi perchè interferiscono con l’agricoltura. Dal 1950, è probabile che più di 4.000 elefanti siano stati abbattuti nel conflitto tra l’uomo e l’elefante.

L’elefante è senza spazio in Sri Lanka. La maggior parte delle aree protette abitate dagli elefanti sono piccole, meno di 1.000 kmq, mentre gli elefanti, possono spostarsi per centinaia di chilometri nel corso di una stagione. Il loro appetito è enorme e gli elefanti e le persone non possono vivere insieme dove l’agricoltura è la forma dominante di utilizzo del suolo, a meno che il danno che causano ai contadini possa essere ricompensato.

L’unica possibilità di risolvere il conflitto è di creare una mentalità per cui l’elefante diventi finalmente una risorsa sostenibile economica:  i contadini devono convincersi che lo sterco di elefante è un prodotto finito ed è anche una merce che è liberamente disponibile in qualunque momento (mediamente ogni elefante adulto ne produce 180-200 kg al giorno).

Questo è lo scopo principale del Progetto Maximus, una scommessa anche per il futuro !!

 

E in Italia ?

In Italia, il circuito del commercio equo e solidale, grazie alla Cooperativa Vagamondi, mette sul mercato i prodotti in cacca di elefante: fogli, buste, quaderni, cubi da scrivania, cornici, album fotografici, prodotti che parlano e ci trasportano in Sri Lanka, prodotti che ci consentono, attraverso il piccolo gesto dell’acquisto consapevole, di contribuire ad uno sviluppo diverso.

In provincia di Torino, li puoi trovare alla Cooperativa Il Ponte, a Giaveno, Avigliana e Rivoli

Per info: